Chi sono Llith ed Eva o meglio cosa rappresentano?
Per comprendere un pochino è necessario partire da molto lontano in un periodo storico antichissimo (dal 30.000 a.c. al 1000 a.c.) dove troviamo il culto della GRANDE MADRE, la cui spiritualità si rivolge verso l’aspetto femminile e materno di Dio.
La Terra diventa il simbolo della divinità, dea della natura e della spiritualità; terra che dispensa vita e morte, che dona nutrimento e rinascita e trasformazione nei cicli della natura e la donna viene venerata come dea in terra, valorizzata e considerata- regine, sacerdotesse, membra anziane del clan.
Le prime società erano di stampo matriarcale e matrilineare, di carattere egualitario e il potere della donna era inteso non come dominio, ma come capacità di illuminare e trasformare la coscienza umana. Queste comunità si dedicavano al culto della Dea Madre come simbolo principale posto al centro di tutto.
La donna era al centro di tutto, colei che essendo in contatto con la divinità, poteva condurre la vita, la morte, le guarigioni e l’organizzazione, doveva essere difesa in quanto generatrice di vita.
Si condivideva ogni cosa senza litigi, con sorellanza e fratellanza tra tutti; non esistevano possedimenti, proprietà privata e non aveva senso mettersi gli uni contro gli altri.
Le società matrilineari erano politeiste e riconoscevano la divinità in ogni essere vivente e non vivente; ogni cosa era l’espressione di forme spirituale d’amore unite alla Fonte di cui tutti siamo originati.
Alla fine di questo periodo la spiritualità antica della Grande Madre gradualmente si attenuò fino a scomparire come risultato delle scontro tra culture diverse e del successivo affermarsi delle religioni patriarcali. – Si passò alla decentralizzazione del potere e il maschile patriarcale prese piede; la conquista del potere prese il sopravvento, si creò una separazione, soprattutto interiore.
Si fa strada con la fine del matriarcato e l’avvento del patriarcato una figura femminile, che avrà molto peso sull’idea di come “dovrebbe essere” la donna: EVA.
La figura di Eva ci porta direttamente il pensiero alla storia della Creazione, alla Bibbia dove si parla proprio del momento in cui è nata questa figura femminile e più precisamente nel secondo capitolo della Genesi troviamo:
Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Eva quindi, come figura biblica rappresenta la moglie e la madre, donna che vive per la coppia e come ideale di “angelo del focolare”. Il suo sesso serve per procreare e dare soddisfazione all’uomo:
“ Adamo non volle una compagna alla pari, ma una creatura sottomessa, a metà tra gli animali e se stesso, che era sovrano di ogni bestia che pascolava nell’Eden e tale voleva restare”
Nel primo capitolo della Genesi poi invece troviamo un’altra versione:
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
E Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Quindi le storie sono due, due figure femminili una sottomessa all’uomo – Eva e una ad immagine e somiglianza di Dio al pari di Adamo- Lilith.
La figura di Lilith compare già nelle antiche religioni mesopotamiche ed ebraiche e nell’antico testamento ne” L’alfabeto di Ben-sira” (di autore anonimo, scritto nel X secolo dopo Cristo) “; si sa di lei che non volle giacere sotto il suo compagno in senso fisico e simbolico:
‘Non starò sotto di te, ‘ ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.” – Lilith pronunciò così infuriata il nome di Dio, prese il volo ed abbandonò il giardino del Paradiso. Rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilith non avendo toccato l’Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità.
La cultura Medioevale non ci si mise molto a trasformare la figura di Lilith in quella di un demone. Che siano miti, leggende o reali le storie di queste due donne hanno creato nell’inconscio collettivo dei modelli archetipali:
Eva la madre, la moglie la donna sottomessa e dedita alla famiglia, alla casa; si può ricondurre alla figura di ERA, dea del matrimonio o ESTIA, dea del focolare; una figura femminile perfetta creata a puntino per una società patriarcale, dove la donna doveva essere tranquilla, sottomessa, sotto la guida dell’Uomo; anche Dio diede questo potere all’uomo in modo che tutto sia gestito da lui, natura, animali e anche la donna.
LIlith invece è la donna ribelle e libera, che non accetta di essere sottomessa, che non si conforma alle regole, che pur di seguire la sua natura rischia di rimanere sola; una donna che riconosce e ama la propria sensualità e sessualità; si possono associare a lei Artemide la dea della caccia, Atena la dea della saggezza o Afrodite, la dea dell’amore e bellezza, sensuale ed erotica.
ARCHETIPI SIGNIFICATO:
Con Lilith siamo in un archetipo estremamente profondo, inabissato nel sotterraneo, potente e non semplice da incontrare. In lei convivono la sconfitta, il dolore della condanna, la frustrazione, il senso di impotenza e depressione, la rabbia dell’ingiustizia e della solitudine, l’esilio e l’invidia per il femminile sottomesso e fecondo, per il volto luminoso della Dea e della Madre, a lei negato.
La sua natura istintuale e viscerale rimossa, rifiutata, diventata tabù, peccato, oggetto di censura, scatena un forza distruttiva: la predilezione, a livello sociale, dell’immagine buona, gentile, accogliente e sottomessa della donna compagna, ha amplificato e scatenato in noi donne l’ambivalenza interiore e la sensazione di de-potenziamento, il senso di colpa e di mancanza, la perdita della femminilità erotica (creativa), della potenza dell’energia vitale istintuale: l’incubo di cui parlano le fiabe, intrise di matrigne e streghe cattive, arrabbiate per non essere state invitate alla festa.
In realtà la Lilith, l’ombra di sé, alter-ego di Eva, rappresenta la dignità della donna, la sua fermezza, la sua autorevolezza, quella forza insopprimibile che la porta a scegliere di essere se stessa, qualunque sia il prezzo da pagare. Quella donna che non si conforma alle leggi precostituite, agli obblighi sociali, ma che li mette in discussione, affrontando con coraggio la paura di essere giudicata, di rimanere sola. Quella donna fedele a se stessa e alla sua natura, che non si fa addomesticare, che sa dire un sano “no” e un sano “sì”, che non rinuncia al suo potere di scegliere, che fa affidamento al suo potere interiore, che cerca all’interno, che non demanda all’esterno, che onora la profonda ed antica saggezza del suo grembo e della sua anima. La donna irrazionale, selvaggia, che si affida alla sua capacità intuitiva, alla conoscenza delle viscere, del corpo, delle ossa, ed attinge alle sue doti naturali di guaritrice e sciamana.
Quella di Lilith è un’immagine archetipica che alberga nelle profondità del nostro inconscio: censurarla significa depotenziare l’espressione della natura femminile, che conserva una parte selvaggia e ingovernabile, parte da integrare con le altre energie che dimorano dentro di noi.
E’ giunto il momento di far parlare Lilith di riportarla alla luce lasciandola esprimere in modo che ritorni non come Demone ma come Donna integra come Archetipo del Femminile, che ci mette in contatto con il nostro sentire più profondo, con la nostra natura più antica.
Ritrovare l’equilibrio poi tra l’energia Femminile e l’energia Maschile sarà il passo successivo.
Gli archetipi di Lilith ed Eva verranno contattati ed integrati durante il Workshop “ Il Risveglio della Dea”.
Scopri le date qui le prossime date in calendario.
FONTI DI RICERCA
http://www.aletheia.uno/lilith-ed-eva-due-in-una/
http://www.genesibiblica.eu/docu/lilith.html
– Antonella Aruna
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